La parola anatocismo dal greco ἀνατοκισμός anatokismós, composto di ανα- «sopra, di nuovo» e τοκισμός «usura», riguarda il calcolo e il riaddebito degli interessi maturati sugli interessi precedenti, verso i clienti che mostrano uno scoperto di conto corrente. Nel 1999 la Suprema Corte di Cassazione, con l’articolo 1283 del Codice civile, vieta l’Anatocismo Bancario, ovvero la capitalizzazione dell’interesse. Con questa delibera le banche italiane sono obbligate a restituire tra i 20 e i 30 miliardi di euro per aver applicato interessi sugli interessi, trimestralmente sui prestiti e annualmente sui depositi dei propri clienti.
L’anatocismo non è necessariamente una pratica irregolare ma lo diventa nel momento in cui l’applicazione dei cosiddetti “interessi sugli interessi” porta il tasso d’interesse complessivo al di sopra di determinate soglie. Mentre l’anatocismo rappresenta un illecito di natura civile, l’usura è invece considerato un reato penale, trattato dal punto di vista giudiziario in modo completamente diverso.Queste condizioni, però, non possono essere indicate in maniera assoluta in quanto sono soggette a continua evoluzione normativa, essendo argomento di numerose pronunce giurisprudenziali e causa di frequenti contenziosi giudiziari tra banche e correntisti.
La Corte di Cassazione si è infatti nuovamente pronunciata in tema di anatocismo bancario. Nello specifico le nuove regole vietano qualsiasi forma di produzione di interessi sugli interessi e riguardo alla prescrizione del diritto alla restituzione degli interessi anatocistici pagati dal cliente all’Istituto di credito, stabiliscono che tale decorrenza si verifica dopo 10 anni dalla data di estinzione del saldo di chiusura del conto corrente. La sentenza ha effetto retroattivo, è possibile quindi richiedere il rimborso degli interessi applicati dal 2000 e può essere effettuata da tutti i clienti che hanno pagato gli interessi alla banca, sia se hanno ancora il conto corrente aperto, ma anche se l’hanno chiuso da meno di 10 anni o l’hanno aperto dopo il 22 aprile 2000.
Essere vittima di anatocismo purtroppo non è così inconsueto,specialmente nei contratti di mutuo. Significa versare dei soldi ingiustificati che potrebbero invece essere impiegati in modi più redditizi, come ad esempio per fare degli investimenti.
Per qualsiasi ente, pubblico o privato che sia, quindi è molto importante conoscere la propria situazione nei riguardi degli istituti di credito. Essere informati dell’importo del risarcimento di cui si ha diritto è significativo anche se non si è intenzionati a procedere al recupero della somma. Consente infatti comunque di avere un notevole potere contrattuale verso la banca e può rappresentare un fattore considerevole per rinegoziare i termini contrattuali, affrontare procedure fallimentari o concorsuali, sospendere o rinviare l’esecutività di decreti ingiuntivi e revocare istanze di fallimento.