Il Sistema Bancario deve, o no, rispondere alle esigenze di credito di famiglie e imprese? E come farlo, al meglio ?
Questi i quesiti utili per introdurre IL CASO risolto da SOS Utenti a San Marco Argentano (CS). Dove, dopo 25 anni di esecuzioni immobiliari promosse da ben 5 Banche, il Tribunale ha interrotto le esecuzioni immobiliari gravanti sulla proprietà di un’azienda agricola che è stata salvata dall’incubo e dalla disperazione di perdere i propri beni. Il rilievo che poniamo in evidenze è che questa Azienda, come tante realtà medio-piccole calabresi, non è riuscita a trovare nel Territorio calabrese professionisti in grado di contrastare le prepotenze bancarie. Tale paradosso “professionale-ambientale” disinnesca il potenziale rivendicativo rilevante degli Indebiti bancari calabresi che, se legittimamente resi alla micro-economia locale, potrebbero rendere meno asfittica e più reattiva la realtà socio-economica del Sud, nelle avversità.
Seguiteci in questa Storia esclusiva, che arriva dal Sud.
Seguiteci anche sulla Stampa Locale, che non mancherà di presentare e/o occuparsi della Famiglia di imprenditori rimasta, per 25 anni, sotto attacco a San Marco Argentano.
Il CASO
Cinque note Banche nazionali, con illegittime pretese, hanno inseguito in giudizio, in provincia di Cosenza, un’azienda agricola per 25 anni.
Il Tribunale di Cosenza ha interrotto, con effetto dal 2 Luglio 2018, le esecuzioni immobiliari gravanti da 25 anni (per ben 5 Istituti di Credito) sulla proprietà di un’azienda agricola e/o noto gruppo familiare di San Marco Argentano, salvato con severità e rigore professionali dall’incubo e dalla disperazione di perdere i propri beni. Questo, dopo l’intervento cooperativo di avvocati e tecnici, calabresi e abruzzesi, della SOS Utenti Nazionale.
La Storia
Costretta a indebitarsi sin dalla fine degli anni 80, via via con 5 istituti di credito per la propria sopravvivenza, a causa della scarsa redditività dell’attività agricola estensiva gravata da interessi proibitivi e condizioni contrattuali capestro, l’Azienda oggetto di tale fatto persecutorio non è riuscita a far fronte agli impegni assunti, così famiglia e impresa agricola, per oltre 25 anni sono stati sottoposti a ripetute azioni esecutive, con aste immobiliari permanenti, senza poter mai contare su un’adeguata assistenza professionale nel territorio. Il capostipite, morto nel frattempo d’infarto, anche per la disperazione mai palesata, ha lasciato l’intera famiglia in balia delle illegittime pretese delle Banche.
I Fatti illegittimi
Tutta la proprietà, casa compresa, è stata conferita in garanzia ipotecaria per reggere le spese via via necessarie alla conduzione agricola. Ma i crediti concessi dai 5 Istituti (tre Banche nazionali e due banche locali), con tassi d’interesse da un minimo del 17% fino al 20% oltre a commissioni e spese aggiuntive, hanno letteralmente “strozzato” tutti i componenti della Famiglia, in un’epoca in cui peraltro mancava anche la protezione della Legge Antiusura (la N° 108\1996), approvata successivamente alla concessione di detti prestiti aperti dal 1987 al 1990.
In preda alla disperazione, l’azienda calabrese e i suoi componenti hanno vissuto per anni con le valigie dietro la porta, nell’angoscia di essere buttati fuori di casa a ogni asta. Mantenendosi col sostegno proveniente da altre attività lavorative intraprese, si è quindi rivolta tre anni fa alla SOS UTENTI (www.sosutenti.net), per essere aiutata a contrastare le continue aste immobiliari.
SOS UTENTI, con le osservazioni e le perizie giurimetriche del Team di esperti diretto dal presidente onorario, Dr. Gennaro Baccile, dopo accurata analisi di tutti i movimenti dei 5 rapporti bancari, ha individuato numerose illegittimità delle Banche, che hanno concesso credito riconducibili essenzialmente a vietati patti anatocistici sulle aperture di credito, in conto corrente, su applicazione di interessi ultralegali non correttamente pattuiti sui conti correnti affidati e sui contratti di mutuo, su commissioni e spese non rispettose delle previsioni normative, a garanzia della trasparenza bancaria, nonché sulle pretese di interessi di Mora eccedenti quelli massimi consentiti, a seguito della entrata in vigore della Legge antiusura N° 108\1996.
Le contestazioni e le sorprese giudiziali
Spesso le disavventure economiche sgretolano le unità familiari e nel caso della famiglia sammarchese, su tre figli, uno solo ha continuato l’attività contadina occupando e lavorando i terreni sin da adolescente. Questi non ha accettato la eredità alla morte del padre, semplicemente perché già la riteneva di sua proprietà e su parte della quale ha costruito la propria casa familiare. Gli altri Fratelli e sorelle hanno lasciato e abbandonato le proprietà sottoposte a aste giudiziarie continue, con prezzi base che sono scesi da oltre 400.000,00 € a poco più di 100.000,00 €.
SOS UTENTI, con il coordinamento giurimetrico del Presidente Onorario Dott. Gennaro Baccile e l’assistenza Legale dell’Avv. Giuseppe Monardo di Vibo Valentia, ha avviato una causa di usucapione, a favore del Figlio (contadino) contro la Madre (Erede), proprietaria dei beni all’Asta, difesa dall’Avv. Andrea Florindi di Chieti, che ha continuato ad opporsi alle azioni esecutive portate avanti dalle 5 banche.
Con provvedimento del 23 Luglio 2018, finalmente il Tribunale di Cosenza, prima ha dichiarato estinta la procedura esecutiva per mancata rinnovazione del pignoramento immobiliare trascorso il ventennio, e dopo ha respinto la opposizione alle aste del Figlio contadino perché ritenuto carente di interesse a bloccarle, in quanto le stesse già risultano bloccate ed estinte, per inerzia delle Banche procedenti. E’ stata così evitata all’intera famiglia della provincia di Cosenza, di finire sul lastrico, mentre si rimane in attesa della pronuncia di chi possa essere oramai il proprietario, ovvero la madre, che ha ereditato dal defunto marito, o il figlio che ha rinunciato alla eredità ritenendosi già proprietario, in virtù di usucapione su tutti i beni. La pronuncia ha stabilito che il figlio non ha alcun interesse a richiedere la sospensione dell’esecuzione immobiliare delle aste che vanno avanti da circa 20 anni, perché il Trib. di Cosenza ha riconosciuto e dichiarato l’estinzione del pignoramento effettuato dalle banche, che avevano concesso credito al de cuius padre. Così le banche, a seguito di complessa, articolata e severa, azione giudiziaria concepita dalla SOS UTENTI, hanno ritenuto inutile anticipare e spendere altri soldi per continuare le aste sui beni, col rischio di non poterli vendere perché di proprietà di un terzo (il Figlio stesso dei proprietari), non debitore.
L’11 Ottobre 2018 intanto altra successiva udienza per appurare se la proprietà dei beni è da attribuire al Figlio, giusta usucapione ultraventennale di ininterrotto possesso e esercizio diritti tipici del proprietario, oppure resta alla Madre, ma non aggredibile dalle banche.
PRESS
LA SQUADRA DEI TECNICI