Parte I –
Con il Decreto Legislativo 20 febbraio 2006, n. 106 (Disposizioni in materia di riorganizzazione dell’ufficio del pubblico ministero, a norma dell’articolo 1, comma 1, lettera d), della legge 25 luglio 2005, n. 150) tutto il mondo politico italiano, nessuno escluso, decise di sottomettere di fatto il potere giudiziario a quello politico. Infatti, bastava (e purtroppo basta tuttora) nominare – da parte del “politicizzato” CSM – il Procuratore della Repubblica “amico” in un determinato territorio e far controllare a tappeto, in quella zona, l’intero operato dei suoi Sostituti Procuratori. Con questa nuova normativa il Procuratore della Repubblica è diventato in realtà il vero “Monarca” dell’ufficio inquirente, con poteri insindacabili anche da parte del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello. Questo spiega negli ultimi anni “l’attivismo patologico” del Consiglio Superiore della Magistratura per la nomina dei Procuratori della Repubblica. Modificare subito la meschina disposizione normativa e restituire indipendenza ai Pubblici Ministeri armati di buona volontà, come vuole la nostra Costituzione.
Sic transit gloria mundi! “
Luigi Iosa 17-6-2019
Parte II –
Nella sua asettica ma arguta constataziine, l’avv. Luigi Iosa, penalista del Laboratorio Giurimetrico SOS UTENTI, spiega la dinamica “causa – effetto” del malgoverno giudiziario dell’Economia, e delle relazioni Civili in essere, comunque in costante incremento dal 2006 in poi.
Spesso con SOS UTENTI abbiamo sottolineato che l’impalcatura della Giustizia non può permettersi alcuna crepa, alcun mattone rotto, perché minerebbe la credibilità dell’intero edificio giudiziario.
L’Affarismo e il tornacontismo della politica e dei politici hanno continuato a picconarne l’Edificio, mentre l’istituzionalizzazione dei picconatori si è concretizzata con la nomina di politici di carriera a capo, di fatto, del CSM.
Basti considerare che qualsiasi politico (che non sia uno Statista riconosciuto, una merce questa oramai estinta da tempo), per emergere e permanere in rappresentanza del Popolo, contrae non pochi “debiti” con il “Popolo” che lo elegge e che lo conferma. Il Popolo-elettore non fa sconti e i suoi “Crediti” li porta all’incasso, con qualsiasi mezzo e qualsiasi sistema, a dispetto delle Leggi.
Ed è così che il Politico – a capo del CSM o di altri posti sensibili, per la tenuta della Democrazia e dell’Ordinamento – è costretto a fare gli interessi di pochi. a discapito di molti.
La “gestione” dei Magistrati inquirenti o giudicanti rappresenta l’occulta strada, molto ma molto trafficata dai faccendieri del “Palazzo” o dei “Palazzacci”, per rendere fluidi i traffici illeciti di nomine, nei Vari Tribunali o nelle varie Procure dalle quali vengono attivate esecuzioni giudiziarie, a dispetto della Legge, e con alta probabilità a favore dei “trafficanti”.
Gennaro Baccile 17/6/2019