Recenti indagini Istat hanno riscontrato un’importante crescita del numero degli italiani over 65 nel nostro Paese, un aumento di oltre mezzo milione negli ultimi quattro anni.
L’invecchiamento progressivo della popolazione mette sotto pressione il sistema di welfare assistenziale e pensionistico che ha ormai dimostrato di non essere in grado più di garantire una vecchiaia serena e dignitosa, rendendo evidente la necessità di attrezzarsi per il futuro.
Dall’ultima indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie realizzata dal Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo, gli italiani sono tornati a risparmiare ma hanno paura di investire.
Ad esempio, rispetto a un anno fa, solo il 13,7% degli intervistati dichiara di essersi dotato di un fondo pensione.
Tra le varie tipologie scelte prevale quello diretto a scopi specifici come la casa per il 41,3%, i figli e l’istruzione per il 21,5%.
«Il passaggio attraverso la crisi ha orientato le persone verso il risparmio e sono diventate più caute – a dirlo è Gian Maria Gros-Pietro, il presidente di Intesa San Paolo, che ha aggiunto: «Credo che la riduzione dell’incertezza possa sicuramente migliorare la gestione del risparmio degli italiani oltre che ridurre il costo del debito pubblico».
Meno sentita è comunque la necessità di risparmiare per la vecchiaia. Meno di un quinto degli intervistati ha infatti un’assicurazione sanitaria.
Se la propensione all’investimento è bassa è soprattutto perché in questi anni, complici gli scandali e la crisi finanziaria, è diminuita la fiducia degli italiani nei confronti del sistema bancario e anche perché mancano gli strumenti adeguati e una opportuna competenza.
In questo senso il sondaggio conferma il cronico problema della carenza di educazione finanziaria: il 50% degli intervistati tra i 25 e i 45 anni ammette infatti di non essere mai stato messo al corrente delle scelte finanziarie prese in famiglia.
Secondo gli ultimi dati dell’Ania, Associazione nazionale fra le Imprese Assicuratrici, solo il 6% degli italiani è assicurato sulla premorienza, sulla malattia appena il 4%, per quanto riguarda gli infortuni la percentuale sale al 24% e sul rischio di non autosufficienza scende addirittura allo 0,5% delle famiglie.
Considerato il trend di invecchiamento della nostra società diventa quindi strategico promuovere figure di professionisti dell’assistenza, del welfare e della difesa dei cittadini.
Il futuro dovrebbe essere l’investimento, soprattutto in servizi che possano portare la società verso quei modelli sostenibili che siano in grado di ridurre l’impatto ambientale e far crescere la salute e il benessere degli individui.