Il GIP di Salerno, Dott. Alfonso Scermino, accogliendo la richiesta degli Avv.ti Silverio Sica e Marco Martello, legali del Dr. Francesco Peluso, titolare del Gruppo Fatrotek spa di Salerno, che si occupa di prodotti elettronici, ha disposto l’imputazione coatta a carico di alcuni funzionari della Banca Nazionale del Lavoro, per favoreggiamento in un procedimento penale al fine di eludere le investigazioni dell’Autorità (Art. 378 c.p.) poiché, nell’ambito di un procedimento penale a carico della BNL, tali funzionari hanno consegnato al PM Dott. Francesco Rotondo, un prospetto contabile con dati “ricalcolati” al fine di non far rilevare il “reato di usura”, ovvero il supero dei tassi soglia fissati dalla legge.
Si è trattato di un’operazione scientifica di ricalcolo eseguita dalla BNL sul prospetto contabile, operazione che è stata rilevata anche da un ulteriore consulente della Procura di Salerno (il Dott.Alfonso Ruggiero), il quale ha confermato che gli interessi di mora richiesti dalla BNL negli “avvisi di pagamento” non risultavano coincidere con quelli indicati nell’estratto conto forniti dall’istituto di credito, ovvero, tali importi indicati nel prospetto erano minori, mentre, i tassi presenti negli “avvisi di pagamento” risultavano essere superiori ai tassi soglia previsti dalla L. 108/96 (cd. Legge Usura).
Insomma il GIP conferma che è anomala l’assenza di un “controllo antiusura” prima di richiedere i soldi ai clienti e prima di avviare delle azioni giudiziali, e l’istituto di credito non può operare detti controlli solo quando è sotto indagine e poi fornire tali dati “rettificati” all’Autorità Giudiziaria.
La vicenda Fatotrek che è stata oggetto anche di diverse interrogazioni parlamentari e di interventi delle Sezioni Unite della Cassazione, giunge ad una prima importante decisione.
Il Dott. Gennaro Baccile, presidente onorario di SOS Utenti, (l’associazione più attiva in Italia per la tutela del cittadino dai soprusi delle banche), ha rilevato che “è la prima volta, a livello nazionale, che emerge con chiarezza l’esistenza di una procedura istituzionalizzata nella Banca Nazionale del Lavoro che rielabora i conteggi solo se pizzicata dalla magistratura”.
“Quante altre volte – si chiede il Dott. Gennaro Baccile – la stessa BNL e, forse, altre banche sono riuscite a farla franca falsificando i dati processuali? Quale credibilità possono avere i banchieri se si comportano come volgari truffatori? Quanto costa all’economia italiana e, soprattutto, ai clienti delle banche questo comportamento?”
“La nostra Associazione continua a nutrire fiducia nella Giustizia e nella coscienza dei magistrati, ma è necessario mettere fine per legge a questi metodi truffaldini.” ha concluso il dott. Baccile.