Stabilito dalla legge n.833 del 1978, il Servizio sanitario nazionale (SSN), è l’insieme organizzato delle persone, delle istituzioni e delle risorse che detiene la responsabilità pubblica della tutela della salute e fornisce l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini senza distinzioni di genere, età, reddito e lavoro.
L’assistenza socio sanitaria comprende quindi le prestazioni necessarie a garantire la salute e migliorare la qualità della vita della persona, associando alle cure anche azioni di difesa e di tutela sociale.
Per raggiungere questi obiettivi esistono specifici percorsi assistenziali che prevedono attività di operatori sanitari e sociosanitari per la terapia e la riabilitazione di condizioni patologiche e di natura socio assistenziale per aiutare le persone con problemi di disabilità, di disagio economico o di emarginazione.
Con il fine di promozione, recupero e mantenimento della salute della popolazione, l’iscrizione al sistema Sanitario Nazionale è obbligatoria per i cittadini italiani e stranieri residenti in Italia e garantisce l’assistenza continuativa da parte del medico di medicina generale e del pediatra.
I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) rappresentano le prestazioni basilari garantite a tutti i cittadini sulla base di principi di effettiva necessità assistenziale, di efficacia e di appropriatezza, offerte in maniera gratuita o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket).
Mentre allo Stato compete la determinazione dei LEA, alle singole Regioni riguarda l’organizzazione e l’erogazione delle prestazioni e l’assistenza indispensabile alla tutela della salute.
Il livello Centrale assicura quindi il diritto alla salute, invece il livello Regionale ha la responsabilità diretta della realizzazione dei progetti per il conseguimento degli obiettivi del Paese.
Le Regioni hanno infatti competenza esclusiva nella regolamentazione ed organizzazione dei servizi e delle attività destinate alla tutela della salute e dei criteri di finanziamento delle Aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere.
Il panorama italiano è, anche per questo motivo, estremamente disomogeneo. I cittadini non sembrano infatti essere tutti uguali davanti al Servizio Sanitario Nazionale, non solo per i differenti tempi di attesa, ma anche per i costi delle visite e dei ticket.
Questa grande disuguaglianza sul fronte economico è dovuta proprio alla libertà data alle Regioni di stabilire i propri tariffari. Ad esempio una prima visita specialistica costa 18 euro in Basilicata, 28 euro in Lombardia e 39 in Friuli Venezia Giulia e se il costo per effettuare un’ecografia completa dell’addome è mediamente di 65 euro, in Veneto supera i 110 euro.
In alcune regioni alle spese è necessario aggiungere anche il prezzo del superticket, che si applica a seconda del reddito del paziente oppure in base al valore della ricetta.
La sanità pubblica costa sempre di più, e va da se che aumentando il costo delle prestazioni coperte dal Servizio sanitario nazionale, sempre più cittadini scelgono di passare al settore privato o, nel peggiore dei casi, di rinunciare totalmente alla possibilità di sottoporsi alla visita o all’esame.
Il Sistema sanitario nazionale italiano, che da poco ha superato 40 anni d’esistenza, sembra infatti già attraversare una grande crisi. In questa prospettiva diventa quindi importante concentrarsi sulla Sanità, investire e rilanciare il SSN, oltre che per evitare di compromettere la salute delle persone e ledere un diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione, per scongiurare un disastro sociale ed economico senza precedenti.